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Nel folklore brasiliano, dal Nord al Sud del Paese, la figura del toro ha un ruolo centrale. Era un simbolo carico di significati sia per gli schiavi africani sia per i portoghesi: nelle storie e nei rituali che hanno come oggetto i tori o i buoi, si racconta il ciclo dell’agricoltura attraverso la morte e la resurrezione di questi animali. Una tradizione che, per quanto sia originaria del Nordest del Paese, getta le sue radici anche nelle profondità dell’Amazzonia.

È proprio nella piccola città di Parintins, nel cuore della foresta, che si celebra ogni anno la sfida, a suon di danze, canzoni e sfilate carnevalesche, tra il bue Garantido e quello Caprichoso. Il tifo divide in due la città, come e più del calcio. La storia che si racconta ogni anno è molto semplice: la schiava Catirina ha una “voglia” e chiede a suo marito Francisco di procurarle da mangiare la lingua del migliore tra i buoi del padrone. Lo schiavo ammazza un bue e procura la lingua alla sua amata, ma viene scoperto e imprigionato. Con l’aiuto di un pajè, cioè di uno sciamano indio, la figlia del padrone riesce a fare resuscitare il bue e il tutto si ricompone: alla fine si festeggia ballando e cantando. Questa storia viene rivisitata ogni anno e i seguaci di ciascuno dei due buoi di Parintins competono per dimostrare che il loro è l’animale migliore, quello degno di resuscitare. Ad assegnare il titolo e il relativo premio è una giuria.

È il Carnevale amazzonico che, a differenza di quello di Rio de Janeiro, include moltissimi elementi culturali indigeni e non solo africani. Il bue Garantido viene rappresentato con un cuore tra le corna e il colore rosso. La sua forza viene dal coraggio e dalla integrità morale. Il bue Caprichoso, invece, ha come simbolo una stella azzurra e i suoi colori sono l’azzurro e il bianco. La sua forza deriva dalla saggezza, e cioè dalla conoscenza della foresta e dei suoi segreti.

La festa che ogni anno si celebra nel bumbodromo, uno stadio costruito appositamente per questo evento, a forma di testa di bue, attira pubblico e personalità da molto lontano ed è una manifestazione culturale tra le più autentiche del Brasile. Così autentica e radicata che anche le multinazionali hanno dovuto fare i conti con la sensibilità di chi vi prende parte. La Coca Cola, massimo sponsor della manifestazione, per poter partecipare ha fatto un’eccezione, caso unico al mondo, rispetto al suo rigido codice commerciale. Il problema che si presentava al colosso di Atlanta è che, come tutti sanno, il rosso è l’unico colore della sua bibita di punta. Ma in Amazzonia il rosso è il simbolo del toro Garantido, e la Coca Cola non poteva offendere i tifosi del toro Caprichoso. Per quanto assetati, questi ultimi non avrebbero mai comprato una bibita con i colori dei loro storici rivali.

Per questo motivo, se passate da Parintins, potrete vedere le uniche lattine di Coca Cola al mondo non di colore rosso ma azzurro. Un omaggio al toro Caprichoso e una dimostrazione di come la cultura popolare, quando è fortemente radicata, possa arginare anche l’omologazione consumistica. Finora però, a quanto ci risulta, l’unico essere vivente che sia riuscito a piegare la Coca Cola è il toro amazzonico. Quello saggio perché conosce i segreti della foresta.

Alfredo Somoza per Esteri (Popolare Network)

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