I Comuni italiani sono oggi l’ultima trincea per i cittadini per quanto riguarda l’ascolto, l’attenzione, l’immediatezza nella comunicazione tra governante e governato. La politica nazionale è infatti sempre più lontana dalla quotidianità, dal vissuto e dai bisogni delle persone. E’ questo dato di fatto, amplificato e deformato dalla demagogia del “sono tutti uguali, tutti ladri, tutti morti” è veramente preoccupante. A questo punto le strade sono due, la scorciatoia populista e velleitaria dell’essere “contro tutti”, aspettando di raggiungere la massa critica del 51% per fare da soli (è questo è il succo della politica a “5 stelle”), oppure declinare i principi in politiche cercando di costruire alleanze che permettano realisticamente di applicarle. L’Italia in crisi non ha bisogno di voti “congelati”, di voti a perdere. Ogni elettore che si pone il problema della tutela dei beni comuni e del lavoro, del rispetto dell’ambiente e del bisogno innovazione, ha il diritto di potere scegliere una coalizione che su questi temi si impegni e abbia la possibilità di dimostrarlo nei fatti. Tutto il resto è cabaret, logiche di comunicazione di massa di stampo televisivo, in totale mancanza di rispetto per l’essere umano che c’è dietro qualsiasi avversario politico, anche il peggiore.
A Vimercate abbiamo costruito un programma di coalizione che è stato scritto parola per parola, discusso fin nelle virgole, commisurato alla volontà politica di ciascuna delle forze che sostengono Paolo Brambilla perché diventi un impegno di mandato nel caso si vinca. Il confronto con i programmi degli altri candidati a sindaco non è possibile. E non per motivi “ideologici”, ma perché si tratta in buona parte di programmi standard, presentati in altre parti dell’Italia e con brevi accenni a Vimercate. Addirittura ci sono volantini validi per tutta la Lombardia e programmi “stellati” che ignorano il percorso partecipativo della Città di Vimercate che, oltre a interessare il bilancio, ha accompagnato l’approvazione del PGT e la scelta del piano urbanistico per l’ex Ospedale-Cava Cantù con una vasta partecipazione dei cittadini. Scherzi di chi non conosce la città oppure scopiazzature di programmi destinati a quei comuni, tanti purtroppo, dove la partecipazione è ancora un miraggio.
Comuni come ultima trincea, ma anche come prima: la rigenerazione della politica può partire dal basso, dai territori, dalle politiche concrete, dal governare misurandosi quotidianamente con l’elettore. Questo ci insegna ad esempio l’esperienza meravigliosa del Partito dei Lavoratori di Lula, che prima di diventare governo nazionale per tre mandati successivi, è stato forza di governo municipale introducendo per la prima volta a Porto Alegre il bilancio partecipato che inaugurava un nuovo protagonismo dei cittadini che in quel caso erano a maggioranza poveri ed esclusi. Il futuro del centrosinistra passa oggi infatti dal sapere dimostrare, non per slogan ma con politiche nuove, che è possibile governare mantenendo alti i principi dell’etica e della solidarietà sociale. Facile a dirsi, difficile da fare e anzitutto possibile soltanto nel dialogo costruttivo tra le diverse culture della sinistra italiana. Il tempo delle divisioni deve essere definitivamente archiviato, oggi è tempo di uscire dalla trincea e di avanzare.
Ciao Alfredo,
Grazie per l’articolo e per la citazione. Come saprai ho dato vita al movimento 5 stelle a Vimercate, quindi sono tra quelli che non crede nel comportamento attuale dei partiti (attenzione: comportamento attuale).
Ti sei chiesto come mai un cittadino come me aderisce ad un movimento come quello di Grillo? Perché nessun partito mi rappresenta più.
Apprezzo le persone come te, che si impegnano in politica attraverso un percorso preordinato, cercando di far salire dal basso le necessità e le idee della gente in un partito. Proprio per questo credo che la possibilità da parte di cittadini (come me) di dare un segnale forte di protesta per un “evidente” deriva di distacco che i partiti stanno mostrando, alla fine non possa che dare più forza a chi incarna e porta avanti “la parte dei cittadini”. Purché lo faccia seriamente e onsetamente.
Certo, sarebbe più comodo che ce ne stessimo buoni buoni, magari smettendo di andare a votare, tanto per le elezioni il quorum non serve. Ma questo non farebbe altro che dare forza ai vertici, non a chi tenta di portare avanti le istanze della gente!
Come spieghiamo il fatto che la votazione a scrutinio segreto del 13 aprile alla camera, in merito ad un emendamento dell’IDV sul processo breve (http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20110413&id=33289) ha ottenuto un risultato a favore della maggioranza superiore di quella che si sarebbe ottenuto con scrutinio palese? Per conto mio, i vertici dei partiti hanno preferito portarsi dietro persone controllabili, che sempre più somigliano a “mercenari” della politica che seguono interessi personali, non principi, e di fronte ad una “buona offerta” non cercano altro che di farsi assoldare. Ce ne sono ben 6 nelle fila della sinista che stanno cercando di fare il salto. O no?
Magari sbaglio e questa è solo la logica delle alleanze realistiche che, evidentemente, non capisco.
Io non ce la faccio più, e anziché continuare a lamentarmi voglio provare a impegnarmi, per provare a conoscere le realtà delle politiche locali e dell’importanza che viene data ai cittadini e alle comunità. Scusami, ma voglio farlo con le mani completamente libere, perché non capiti mai che un dirigente di partito mi dia il compito di convincere i miei concittadini che la sua scelta è la migliore per la mia città. E non ti preoccupare, il mio impegno è a tempo, come tutti quelli del movimento. Siamo e restiamo cittadini, e crediamo che la politica sia una cosa da cittadini.
Chiarito questo, diamo veramente fastidio a chi dovrebbe rappresentarci?
Se posso lasciarti un consiglio, ascoltateci e coinvolgeteci di più ed abbiate più coraggio nelle vostre azioni e nelle vostre scelte, date dei segnali forti, non possiamo andare avanti così!
Con stima. Francesco
Caro Francesco, ho molto apprezzato la tua serenità e serietà nel descrivere i punti programmatici della lista che sostieni durante la serata di confronto tra i candidati sindaco. Venendo al sodo, mi sono trovato d’accordo sulla sostanza praticamente su tutti i punti. Soltanto su un punto non sono d’accordo, e cioè quando ti definisci “cittadino” prestato alla politica rispetto a gli altri dei “partiti”. Questa differenza sicuramente c’è sulla politica nazionale o regionale, ma quando si scende a un comune di 27.000 abitanti come Vimercate siamo tutti cittadini prestati alla politica, o almeno lo siamo i candidati a semplici consiglieri comunali da “dopo lavoro”. Io non posso condividere, e questo è un mio limite sicuramente, l’idea che portate avanti sui “partiti”, e non soltanto perchè ho scelto di schierarmi con una forza che ci ha accolto con le braccia aperte (SEL) a iscritti e non e che non ha rappresentanti nell’attuale Parlamento, ma perchè sono stato testimone come giornalista di cosa vuol dire il crollo di un sistema democratico che, ahinoi, si basa sui partiti. Nel dicembre del 2001 sono stato inviato di Radio Popolare durante il default in argentina, quando al grido di “que se vayan todos” (che se ne vadano via tutti) è stata cacciata via un’intera classe dirigente, per poi tornare puntualmente a ripresentarsi. Mi ricordo anche di tangentopoli e degli indignati in piazza, Lega e AN in testa, che poi sono finiti a votare le porcate di Berlusconi. Le proteste di piazza demagogiche sospetto facciano il gioco dei gattopardi più che dei cittadini. Credo che i veri cambiamenti avvengano convincendo con il linguaggio delle cose possibili i cittadini che poi dovranno scegliere, e in democrazia lo strumento della partecipazione sono i partiti. Non mi dimentico la società civile organizzata, e ci mancherebbe che lo faccia visto che presiedo una ong.
Io non voglio fare, nel caso in sia eletto, il “testimone”, ma portare avanti le cose che stiamo dicendo oggi in piazza e che in buona parte, la parte più sostanziale, siamo riusciti a inserire nel programma di coalizione di Paolo Brambilla. Credo fermamente che le cose si cambino partecipando e noi vogliamo partecipare, anche assumendo responsabilità di governo se i cittadini lo vorranno. Sai bene che, andando a vedere i contenuti, non è lo stessa la cultura di governo quella che esprime il centrosinistra rispetto a quella berlusconiana. Ma non basta, per questo come SEL ci poniamo l’obiettivo di rinnovare dall’interno la cultura progressista. i nostri punti irrinunciabili? Penso siano gli stessi che anche tu hai a cuore: difesa del territorio, messa in discussione della sostenibilità del nostro modello di consumo, tutela dei più deboli rispetto ai poteri forti, partecipazione del cittadino alla gestione della cosa pubblica. Noi questi punti li abbiamo inseriti nel nostro programma di coalizione e ci impegniamo a difenderli qualora fossero messi in discussione. Possiamo contare anche su di te?.
con stima ricambiata
Alfredo Somoza
Accidenti Alfredo,
finisce che io mi ritrovo in SEL e tu in M5S 🙂
Posso dirtelo? IO VOGLIO CHE TU SIA FORTE QUANTO SEI SINCERO!
E credo che la mia presenza, in questo modo, adesso, possa aiutare ad evitare un’Italia argentina.
Non mi vedrai mai violento, forse acceso, ma mai per fare volontariamente del male a qualcunol
Solo un punto sulla posizione del cittadino: quello che ho detto è lo spirito che mi ha mosso, che discende da quello che vedo, che leggo e che vivo, e al quale non posso rinunciare. Mi sono sentito “costretto” a fare politica perché lamentarmi e basta non sarebbe stato onesto nel confronto dei miei figli.
Per fare “il meglio possibile” per Vimercate, conta su di noi.
Grazie per l’augurio Francesco, vada come vada una birra insieme non `c`’e`la toglie nessuno! Siamo sulla stessa barca e vogliamo che la nostra cittá’ continui ad essere vivibile. Il PGT e’ un importante punto di riferimento che va pero’ difeso ogni giorno, soprattutto trovando anche una vocazione produttiva per quella vastissima fetta di territorio, il 43%, oggi destinato a verde agricolo. Se non se ne esce dall’agricoltura insostenibile che si fa oggi, e pure sovvenzionata, sara’ durissimo diffenderlo dalla speculazioni. Alfredo
Una provocazione: ma se tanto sappiamo che SEL, come tutti i partiti italiani, durerà quel che durerà come simbolo, e che poi sparirà… lasciando solo i vertici, che andranno a fondare una nuova sigla, e così via e così via… perchè tu hai deciso di fare politica sotto un simbolo di partito? Cosa ti cambia dal fare politica come indipendente o con una lista civica? Qual’è il plus per te o per i tuoi concittadini? Per come la vedo io, l’unico plus è che prima o poi qualcuno dei vertici del tuo partito finirà in galera delegittimando tutto quello che di buono avrai fatto al tuo paese (che sia giusto o meno, ma è così che funziona come sai). E, come sappiamo anche dalla cronaca locale, la politica locale non è esente dalle pecche che colpiscono la politica provinciale, regionale e nazionale. Vediamo anche dalle nostre parti – tutto in proporzione – assalti a poltrone di partecipate etc… E poi il MODO di fare politica: citando solo l’ultimo dibattito tra sindaci, è stato tutto un battibeccarsi tra sinistra e destra di cosa avveniva sopra di loro! Insomma: la politica nazionale non è vero che non gioca un suo ruolo in quella locale. Al contrario.
Carlo, raccoglio la provocazione volentieri. Per me il plus di un partito nazionale rispetto alle Liste Civiche, degnissimo strumento di impegno locale, e’ che penso che una nuova politica se la si vuole lontana appunto da operazioni trasformistiche tipo i responsabili o peggio, si costruisca dal basso, dalla gestione del territorio. Il plus e’ quindi la possibilitá’ di avere un riconoscimento che vada oltre il locale e incidere sulla costruzione di un consenso a livello nazionale perche’, per quanto bene si governi un Comune, finchè’ non si governa un paese tutto diventa molto aleatorio. Ricambiando la provocazione, mi sarei aspettato quello che hai scritto venisse da un membro della Civica, non da una lista che fa riferimento a un movimento nazionale e a un leader nazionale riconosciuto come Grillo. Quando le agenzie di sondaggi ti incasellano tra i “partiti” e ti danno pure un peso nazionale di circa il 3,5 % , pensare di essere una lista civica e`dura. Chiusa la provocazione, parto dal principio che i dirigenti del partito che mi ha ospitato non finiranno in galera perch`sono mediamente persone perbene. Si tratta di un movimento ancora più giovane del tuo e nel quale sono confluite persone provenienti da diverse esperienze e…scottature. L’altro giorno al dibattito io non ho colto un battibecco tra destra e sinistra, ma piuttosto tra chi aveva governato e chi era all’opposizione. Un’opposizione inconsistente e cialtronesca che a Vimercate conosciamo bene. Per quanto riguarda invece le proposte per il futuro ho ascoltato buone cose, realizzabili e permeate da principi etici alti. Queste ultime da parte di Paolo Brambilla e di Francesco Sartini. Nello sciagurato caso non dovesse vincere Paolo al primo turno, lasciando perdere la retorica e le giuste provocazioni della campagna, credo che un militante della 5 stelle non dovrebbe avere dubbi su cosa scegliere, magari rendendolo pubblico ed esigendo maggiore fermezza sui punti centrali della vostra proposta, che stanno, ti assicuro, anche molto a cuore a SEL. Un saluto cordiale
Alfredo Somoza
La cosa bella e brutta del Movimento è… Grillo! Ed è anche l’elemento che ci trasforma in un fenomeno “nazionale”. Ma la cosa lì si ferma. Ovvero, la cosa entusiasmante di questa storia è che una persona è stata capace di infondere il sacro fuoco dell’indignazione in una larga parte della cittadinanza, convogliandola in una positiva “voglia di fare”. E, come sai, per stanare di casa il vimercatese medio ce ne vuole… Noi abbiamo riunioni di 20 persone in media. E tu sai che a Vimercate la cosa ha un che di straordinario. Poco importa – a mio avviso – quanto siano condivisibili o meno TUTTE le esternazioni di Grillo o quanto ne siano apprezzabili i modi (io li adoro, ma è affar mio). Il vero plus è che il leader di un movimento italiano… non si propone per nessuna poltrona! E, salvo richiedere precisi requisiti per proporre una lista civica sotto il suo “vessillo” e indicare 5 aree tematiche ispiratrici dei programmi delle liste civiche, queste ultime non ricevono alcun imput dall’alto. Ognuno fa per sé, concentrandosi sulle specificità del proprio territorio proprio partendo dall’assunto che nessun dirigente chessò a Roma, Milano o persino Monza può meglio amministrare Vimercate di un vimercatese.
Si tratta infatti di un meccanismo molto originale, che però se avrà successo com’è probabile, dovrà per forza darsi almeno un “coordinamento” una volta arrivato ai livelli superiori (province, regioni, Parlamento) per evitare che i rappresentanti dei livelli che non hanno appunto contatto diretto con i cittadini, come i consiglieri regionali,provinciali o deputati, non rappresentino più la base. A quel punto, chiamalo come vuoi, ma di partito si tratterà il che, per me, non equivale assolutamente a qualcosa di negativo. E’ proprio il meccanismo sul quale si regge la democrazia da secoli, che è sempre migliore di qualsiasi regimi conosciuto. Complimenti per la mobilitazione a Vimercate, far partecipare i cittadini alla res pubblica è sempre un punto d’onore per chi ci riesce.
Forse hai ragione, ma per ora mi godo il momento 😉
carpe diem allora!