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Il 2025 è stato un anno molto intenso dal punto di vista degli avvenimenti mondiali. Sul piano economico, si è registrato un rallentamento delle previsioni di crescita: l’inflazione rimane un dato persistente e, soprattutto, le tensioni geopolitiche continuano a incidere sui prezzi e sulla disponibilità di materie prime e merci. Sono diversi i fattori che hanno contribuito a peggiorare la situazione internazionale, dalle conseguenze del cambiamento climatico, che incidono sempre di più sui mercati agricoli, alla linea seguita dalla presidenza Trump, che ha scatenato una guerra commerciale a colpi di dazi con pochi precedenti nell’ultimo secolo. Ma il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha avuto conseguenze anche sull’agenda politica globale. Temi come la questione ambientale e la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale sono stati praticamente cancellati: il cambiamento climatico viene ignorato perché le ricette per combatterlo passano dal progressivo abbandono dell’energia fossile, di cui gli Stati Uniti sono recentemente diventati grandi esportatori; l’IA perché monopolizzata da poche aziende della West Coast che hanno attivamente sostenuto la rielezione Trump. Su entrambi i temi, la politica ha fatto un passo indietro e concesso la gestione a soggetti privati, prevalentemente statunitensi.

La Cina, però, non è stata a guardare. Ha giocato tutte le sue carte diplomatiche perché la COP30 di Belém non fosse un totale fallimento, sostenendo il gruppo di Stati, guidati da Colombia e Paesi Bassi, che hanno deciso di autoconvocarsi per andare oltre i magri accordi raggiunti in sede ONU. Così, mentre gli Stati Uniti oggi sono i picconatori del multilateralismo nel mondo e impongono la loro volontà con le armi del commercio o, in senso letterale, con quelle delle cannoniere, la Cina è diventata la grande potenza “costruttiva”, che intesse relazioni di cooperazione tra i Paesi. Sull’IA, la competizione tra Pechino e la Silicon Valley è all’ultimo sangue, perché è chiaro che dal controllo di queste nuove tecnologie passa il futuro dell’economia e non solo: l’IA è destinata a rimodellare la società e forse il nostro stesso cervello. Al momento, opera al di fuori di ogni controllo in Occidente e sotto il controllo di un regime in Cina.

I conflitti in corso si sono moltiplicati in parte perché le potenze regionali, nel caos geopolitico attuale, si sentono libere di usare la forza per regolare i loro conti con i vicini. Non solo la Russia, che ha invaso l’Ucraina ormai da quasi quattro anni, ma anche la Thailandia che si scontra con la Cambogia, la vecchia lite per il Kashmir tra India e Pakistan, il processo di progressiva occupazione della Cisgiordania da parte di Israele dopo l’annessione di fatto della Striscia di Gaza. L’altro focolaio di tensioni militari ruota attorno alla strumentalizzazione del problema narcotraffico, che diventa alibi per giustificare violazioni del diritto internazionale e poter agire evitando il coinvolgimento del Congresso. È ciò che stanno facendo gli Stati Uniti al largo del Venezuela, dove da mesi staziona una flotta di guerra che ufficialmente spara e affonda navi sospettate di trasportare droga, ma in realtà sta esercitando una pressione illegale contro l’illegale governo di Nicolás Maduro. Insomma, si pretende di combattere i regimi violando i diritti sui quali si dovrebbe basare la convivenza pacifica tra gli Stati.

Nel complesso, il 2025 è stato un anno contraddistinto da una grande confusione e, anche, macchiato da conflitti sanguinosi in Sudan, a Gaza, in Ucraina. La pace al momento sembra un miraggio, perché le vengono anteposte questioni geopolitiche ed economiche che creano benefici soltanto al comparto bellico. Non potrebbe essere altrimenti, quando i negoziati per la pace sono portati avanti non da diplomatici ma da faccendieri. Le prospettive per il 2026 non sono certo rosee, ma in tanti parti del mondo il “tappo” della corruzione e della cattiva politica è saltato, grazie soprattutto alle proteste civili e all’azione politica dei giovani; e questo movimento è forse il dato più positivo per i mesi a venire.